Apre a Roma Shiroya, primo ristorante di cucina giapponese tradizionale. Sabrina Bai è la giovanissima imprenditrice che, grazie al sostegno di Dario Laurenzi di Laurenzi Consulting, è riuscita a realizzare il suo sogno: far conoscere attraverso i piatti della tradizione una terra lontana come il Giappone, piena di storia e di mistero. “Quando ho pensato per la prima volta alla nascita di Shiroya – afferma Sabrina Bai– mi sono posta una domanda: quante persone hanno avuto l’occasione di viaggiare attraverso il Giappone, tra le città ipertecnologiche e le campagne in cui si respira ancora la storia di questo popolo? Chi sa da cosa sia composto un tonkatsu, un piatto semplice e gustoso o come deve essere preparato il brodo di maiale del ramen tradizionale? Quando è giusto aggiungere la soia nei condimenti? Che tipo di riso va usato in un sushi uscito dalle mani di un vero sushi chef giapponese? Così, per far sentire Roma più vicina a questa terra ho viaggiato e lavorato in Giappone con la mia famiglia e il risultato è la nascita di Shiroya!”.
Il nome Shiroya prende origine dal cognome di Sabrina. Shiro e Bai utilizzano lo stesso ideogramma, anche se con una pronuncia differente. Shiro significa Bianco e Ya significa “locale, casa”, per cui Shiroya è il Ristorante Bianco. Il logo del locale, inoltre, è un airone con il becco proteso verso l’alto che, nella cultura nipponica, rappresenta longevità, buona fortuna e pace.
Il menu di Shiroya, a pochi passi da Campo de’ Fiori, a via dei Baullari, comprende piatti caldi e freddi della cucina giapponese tradizionale. Tutti i piatti sono interamente preparati in casa, anche quelli che prevedono lunghi procedimenti. Tra gli antipasti troviamo il TAMAGOYAKI, l’omelette giapponese, e la CHASYU, l’arrosto di maiale che si prepara con la pancetta arrotolata su se stessa, che viene prima bollita, poi brasata e infine cotta con la salsa di soia. La TONKATSU e la CHICKEN KATSU sono alte cotolette di maiale e di pollo che vengono prima panate e fritte e successivamente messe in pentola con cipolline e salsa katsu. Una volta cotte, si versa sopra di esse dell’uovo che si cuoce con il calore della cotoletta. Ottimo e davvero poco diffuso in occidente, è il CHAWANMUSHI, un budino di uovo preparato con acqua, funghi e cotto molto lentamente al vapore all’interno della ceramica stessa in cui viene servito. Viene completato da una polpetta di pesce insieme a vongole e a uova di salmone: è un piatto molto diffuso in Asia e molto casalingo. Immancabili gli GYOZA, i tipici ravioli, fatti a mano, con pollo o maiale o verdure miste. Il SUSHI, parte fondamentale dell’offerta gastronomica di Shiroya, viene preparato da un cuoco venuto appositamente dal Giappone e gelosissimo dei segreti della sua cucina e della cura delle materie prime: il suo sushi deve essere perfetto e fatto a mano, anche l’aceto del riso. Tipici della cucina tradizionale anche i RAMEN e MISO RAMEN (vegetariano), SHOYU RAMEN, fatto con brodo di carne cotto per 12 ore con tutte le carni e le verdure, KAISEN RAMEN, un ramen al sale con un brodo molto delicato con alghe, pesce, calamari, capasanta, polpette di pesce e CURRY UDON, un piatto tipico delle case giapponesi, per il quale ogni famiglia ha la sua ricetta personale.
Shiroya – Cucina tradizionale giapponese
Via dei Baullari 147/a Roma
Tel. 0664760753 – Email. info@shiroya.com
Sempre aperto dalle 11.30 alle 24.00 – dalle 15.00 alle 18.30 ed il lunedì non è disponibile il sushi